Nella Valle della Biodiversità: “Il rosmarino tra botanica, storia, curiosità, virtù.

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Il rosmarino rappresenta la vera essenza del bacino mediterraneo dal profumo inconfondibile evocativo di paesaggi marini.

Infatti il nome pare derivi dal latino rosmarinus “rugiada di mare” da rhos, rugiada, per via dei piccoli fiori azzurri oppure “rosa del mare” per le qualità olfattive. Una terza ipotesi lo deriva dal greco rops (arbusto ) e myrinos (odoroso).Il nome scientifico attuale è Salvia rosmarinus che da alcuni anni sostituisce la nomenclatura binomiale Rosmarinus officinalis (Linneo 1753).

Appartiene alla famiglia delle Lamiaceae che comprende numerose specie di annuali e perenni diffuse soprattutto nel bacino mediterraneo.

Una delle caratteristiche che le accomuna sono i fiori ermafroditi impollinati dagli insetti (impollinazione entomogama); il rosmarino è infatti un’eccellente pianta mellifera.

Il tipico profumo descritto come fresco, balsamico, canforato, incensato è dovuto alla presenza nell’olio essenziale di cineolo, canfora e pinene.

Le virtù di questo arbusto erano già note agli Egizi in quanto si sono rinvenuti rametti di rosmarino nei sarcofagi come riporta Prospero Alpino, medico rinascimentale, nel suo trattato sulle piante d’Egitto.

Oltre la storia e la scienza anche la mitologia si è occupata del rosmarino. Nelle  ‘Metamorfosi di Ovidio’ si narra di un amore tra Leucotoe figlia del re di Persia e Apollo dio del sole. Il padre di lei Laocoonte, scoperta la tresca non potendo prendersela con un dio, uccise la figlia che i raggi del sole trasformarono in un arbusto odoroso simbolo d’immortalità.

Qualche secolo dopo un editto di Carlo Magno dell’anno 812 obbligava i contadini a coltivare negli orti una pianta di rosmarino il cui profumo si pensava contenesse l’anima della terra.

Al suo aroma penetrante sono stati riconosciuti anche diversi poteri taumaturgici. A questo proposito famosa è la leggenda del 16° secolo in cui si narra che un eremita (in altre versioni addirittura un angelo) diede a Isabella regina d’Ungheria, allora settantaduenne, la formula di un distillato di rosmarino e altre erbe per curare i suoi numerosi malanni e ritrovare la bellezza ormai sfiorita. Probabilmente i risultati ci furono perché il preparato si diffuse in tutta Europa come “acqua d’Ungheria”.

Oltre ogni racconto fantastico del rosmarino si sono occupati da secolo medici e erboristi, da Dioscoride nel suo trattato “De ars medica” a autori di famosi erbari quali il Mattioli e Castore Durante per citare i più noti e tutti stranamente in accordo su indicazioni terapeutiche riguardanti l’apparato digerente.

Attualmente l’olio essenziale ricavato dalla distillazione a corrente di vapore delle cime fiorite e delle foglie è utilizzato soprattutto dall’industria profumiera.

Termino accennando all’importanza gastronomica come erba aromatica, ma qui mi fermo in quanto argomento vastissimo e non condensabile in poche righe. Magari in una terza parte e da chi se sa certamente più di me sull’argomento.

Gianfranco Cattaneo, presidente degli Amici dell’Orto Botanico di Bergamo ‘Lorenzo Rota’ Valle della Biodiversità

I rosmarini (1) https://www.ortobotanicodibergamo.it/nella-valle-della-biodiversita-tra-i-rosmarini-con-gianfranco-cattaneo/