Hortus Pictus

Hortus Pictus_Crocus vernusHORTUS PICTUS BERGOMENSIS UN PROGETTO – UNA COLLEZIONE

Gli Orti botanici sono centri di sapere impegnati a diffondere la conoscenza e la consapevolezza del ruolo delle piante sul pianeta e nella vita quotidiana. Le loro piante sono strumenti per l’educazione, la ricerca e, al contempo, organismi che svolgono il loro ciclo di fronte ai nostri occhi nel luogo loro assegnato.

A noi spetta il compito di osservarle, partecipare della loro esistenza, capirne la biologia, apprendere ciò che indicano del loro ambiente di crescita e apprezzarne la bellezza.

Tra i più acuti osservatori delle piante vi sono certamente i pittori botanici: essi hanno la pazienza di tenerle di fronte a sé per lungo tempo, ne calcolano le proporzioni, imparano le forme e le ricreano con fedeltà.

Se l’esecutore ha talento, il risultato sorprendente attrae e incuriosisce talvolta più di quanto non farebbe l’organismo vivo. La forza del linguaggio visivo, del colore e delle forme consente spesso di focalizzare l’attenzione su dettagli inosservati, nascosti o poco valorizzati .

Gli Orti botanici sono consapevoli di questa forza tanto che la loro storia si intreccia con quello della pittura botanica. Di essa si sono avvalsi, soprattutto in passato, per mostrare le piante e le parti di esse che non sono visibili; anche i docenti hanno spesso ricorso all’Hortus Pictus per le loro spiegazioni botaniche.

L’Orto Botanico di Bergamo ha in varie occasioni richiamato l’attenzione sulla pittura botanica verificando l’interesse del pubblico e riscontrando l’attualità del tema.

 “La foresta atlantica brasiliana. Il disegno come mezzo per la ricognizione della flora nativa”, (atrio della Biblioteca civica “A. Mai”, 3 – 21 settembre 1999). Questa mostra, con disegni di piante realizzati da Margherita Leoni nei luoghi d’origine, ha permesso di rievocare la struggente bellezza e la ricchezza della Mata Atlantica, ormai ridotta all’8% della superficie originaria.

“Orquìdeas Brasileiras. Tesori di una foresta da salvare” (Teatro Sociale, 26 giugno – 24 luglio 2001) è l’esposizione successiva rivolta a richiamare l’attenzione sul patrimonio botanico inestimabile delle foreste brasiliane. I disegni di Margherita Leoni ne hanno costituito la parte iconografica portante. L’esposizione non solo fu visitata da oltre 26.069 persone, ma venne anche richiesta dal Museo Cantonale di Storia Naturale di Lugano e dal Giardino Botanico Alpino “Rea” a S.Bernardino di Trana (To) .

“Nel Regno delle Piante – Pittura botanica contemporanea” (6 settembre – 3 novembre 2002), mostra basata sulle opere di 11 pittrici e di 2 uomini che ha dimostrato la molteplicità di declinazioni dei soggetti botanici nel rispetto del rigore naturalistico. Le sottolineature della vicinanza tra pittura botanica e Orti botanici sono poi state riprese nel catalogo avente lo stesso titolo (ed. Servitium, tuttora sul mercato) e il cui repertorio grafico è accompagnata da vari saggi sul tema. L’iniziativa rientrava nell’ambito delle celebrazioni del trentennale della fondazione dell’Orto Botanico.

Il primo approccio, tuttavia, è da ricondurre al 1996, anno in cui è stato curato il volume “La nostra Flora. Piante Alimentari Spontanee (ed. Junior), realizzato in seguito ad una mostra monografica all’Orto botanico (3 -18 giugno 1995). A corredo dei testi sulle specie scelte, infatti, fu richiesta la collaborazione dell’Università di Torino che, oltre a realizzare un saggio specifico, permise la riproduzione di tavole tratte dall’Iconographia Taurinensis, vasto e prezioso patrimonio di disegni botanici commissionati dall’Orto locale.

Un altro intreccio è stata la collaborazione alla mostra “Trenta studi di erbe e fiori” di Giacomo Manzù della GAMeC – Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo (17 dicembre 2005 – 6 marzo 2006, poi alla MAT- Museo Arte Tempo di Clusone, 16 luglio – 10 settembre 2006). La mostra era arricchita da apparati didascalici,  un erbario di riferimento studiato ad hoc e una conferenza specifica.

Il legame funzionale tra gli Orti botanici e i pittori botanici naturalisti, un tempo ingaggiati per riprodurre le specie in coltivazione anche quando queste erano in quiescenza nella stagione avversa, si è allentato ma non si è mai reciso poiché medesima è la materia oggetto di rappresentazione e conoscenza. Ancora oggi, ad esempio, l’Orto di Bergamo si avvale del loro contributo per illustrare con grazia e precisione gli esemplari, per apparati informativi curati da altri enti, come le brochure per il Parco delle Orobie nel 2005 e per i 10 pannelli costituenti l’itinerario botanico – naturalistico alle Cime di Belloro realizzati per il Comune di Premolo nel 2007.

Una tappa fondamentale di questo itinerario è la donazione nel 2006 della raccolta “Flora Selvaggia” di Riccardo Rigamonti da parte della figlia Matelda che costituisce il primo nucleo dell’Hortus Pictus Bergomensis, fondamentale patrimonio collezionistico ma anche progetto a lungo termine che aspira al rafforzamento del legame storico tra Orti e disegno botanico, nonché alla conservazione di opere pittoriche ritenute significative in tal senso.

E’ di buon auspicio che il progetto nasca da una raccolta di disegni che l’autore ha dedicato alla flora spontanea e soprattutto a specie di grande diffusione che chiunque può facilmente incontrare. La loro dignità pittorica riconosciuta da Riccardo Rigamonti ne sottolinea l’intrinseca bellezza e, nel contempo, consente di comprendere il senso botanico particolarmente forte delle specie stesse.

 Il progetto Hortus Pictus Bergomensis è attivamente sostenuto dalla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea che si è resa disponibile a conservare nei propri depositi, secondo standard di qualità ottimali, le opere dell’Orto Botanico.