Erbario Lorenzo Rota

Erbario RotaL’Orto Botanico di Bergamo possiede una nutrita collezione di erbari storici (circa una decina, per un totale di oltre 50.000 campioni), fra cui ha notevole valore quello di Lorenzo Rota, medico naturalista bergamasco a cui è dedicato l’Orto stesso.
L’erbario di Lorenzo Rota fu acquistato nel 1875 dal Comune di Bergamo, che poi lo donò al Museo di Scienze Naturali “E. Caffi”. Si tratta di una collezione di piante vascolari classificate e raccolte in 43 faldoni, comprendente oltre 10.000 esemplari di 156 famiglie e 939 generi. Completano la collezione anche 31 cartelle di crittogame classificate, 12 pacchi di muschi e funghi e 3 pacchi di fanerogame duplicate.

Accanto al campioni raccolti dallo stesso Rota, compaiono exsiccata provenienti dagli erbari di altri studiosi con cui il Rota era in contatto. Attualmente l’erbario è conservato nelle sale dell’Orto Botanico ed è stato oggetto di campagne catalografiche e fotografiche secondo gli standard regionali del SIRBeC (Sistema Informativo dei Beni Culturali della Regione Lombardia)


L’ERBARIO ROTA delle piante vascolari

frontespizio Prospetto della Flora_ RotaL’erbario di Lorenzo Rota (Carenno 1818 – Bergamo 1855) è dedicato alle piante vascolari. È formato da 10.650 fogli, molti dei quali con più esemplari, conservati in 47 faldoni con l’ordinamento e la disposizione originali.
Tutti coloro che si sono occupati in tempi recenti o nel passato dello studio della flora spontanea locale hanno fatto riferimento alle tracce documentarie del Rota, sia delle pubblicazioni, tra le quali spicca il Prospetto della flora della provincia di Bergamo (1853), sia dell’erbario. Quest’ultimo è la prova tangibile della presenza di una data specie nella nostra provincia.

La compilazione del Prospetto ha presupposto per l’autore, dapprima la verifica dei dati preesistenti, poi la preparazione di una collezione di riferimento composta da campioni raccolti nel corso delle esplorazioni floristiche e da scambi con altri botanici.

1.323 fogli derivano da tali scambi e sono attribuibili ad un centinaio di corrispondenti, da Agostino Todaro, prefetto dell’Orto Botanico di Palermo, a Louis Francois Jules Rodolphe Leresche attivo a Losanna (CH), da Jean Matie Delalande da Nizza, a Vincenzo Cesati, prefetto dell’Orto Botanico di Napoli, Luigi Rabenhorst, filosofo, farmacista e crittogrammista tedesco, all’austriaco C.G. Brugger.

L’ERBARIO ROTA delle piante crittogamiche

Un progetto interrotto di Lorenzo Rota a causa della morte prematura avvenuta a soli 37 anni è lo studio della flora crittogamica, ovvero di Muschi ed Epatiche della Bergamasca.
Anche in questo caso aveva previsto l’allestimento di un corposo erbario si con campioni da lui raccolti, sia corrispondendo con botanici noti per la conoscenza dell’argomento.
Tra questi ricordiamo Luigi Rabenhorst (1806-1881), filosofo, farmacista e crittogamista attivo in Germania. Per tale scopo certamente si dotò di bibliografia e strumentazione, senza dubbio anche di un microscopio.
Il lavoro deve averlo impegnato moltissimo viste le difficoltà proprie di una disciplina di studio specialistica considerata secondaria rispetto a quella che si dedica alle piante vascolari ed alla vastità dell’argomento mai affrontato prima nel nostro territorio. Questo erbario fu consultato da Emilio Rodegher (1856-1922) che pubblicò nel 1893 un Elenco delle epatiche della Provincia di Bergamo, e da Valerio Giacomini (1914-1981), uno dei maggiori botanici italiani del Novecento.

La flora crittogamica attende ancora di essere studiata, questo erbario costituisce un punto di riferimento importante per chi vorrà affrontare l’argomento.

Lorenzo Rota_ritrattoNOTE BIOGRAFICHE: Lorenzo Rota nacque a Carenno nel 1818 e studiò medicina a Pavia, manifestando anche un vivo interesse per la botanica, tanto che fu assistente di Botanica sempre a Pavia. Esercitò la professione di medico prima ad Adrara, poi a Bergamo. Nel 1842 pubblicò un catalogo della flora della provincia di Pavia, mentre nel 1853 fece stampare il suo “Prospetto della flora della provincia di Bergamo”, in cui elencò 2157 specie e 263 taxa inferiori di fanerogame. In seguito si occupò anche di crittogame (epatiche e muschi). Morì a Bergamo all’età di soli 37 anni, nel 1855, durante un epidemia di colera.