Nella serra delle succulente – Il racconto dei volontari dell’Orto.

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“E un giorno si decise che mi sarei occupata delle “succulente”.

Non perché avessi particolari conoscenze sull’argomento, non per aver dimostrato entusiasmo all’idea, semplicemente per mancanza di concorrenti. In effetti non mi ero mai interessata alle piante grasse, proprio non mi ero mai soffermata a riflettere un momento su di loro e neppure capivo i numerosi collezionisti che vi si appassionavano.
Visto che comunque era deciso, provai a guardare con i loro occhi. Devo dire che sono decisamente particolari nelle forme e nelle soluzioni adottate e hanno un sacco di qualità adatte ad una collezione: sono sempreverdi, non perdono foglie, non crescono esageratamente (quasi tutte) e sopravvivono anche se ci si dimentica per un po’ di loro.

Sono passati 5 o 6 anni e ora le conosco un po’ meglio. Come in ogni gruppo, si fanno notare in modo diversificato: ci sono le accaparratrici come Bryophyllum fedtschenkoi che occupa tutto lo spazio che trova; le carognine come le Opuntia, che anche se stai attenta ti lasciano qualche ricordo doloroso nelle dita; le tranquille come Euphorbia caput-medusae che quando ti capita di “rivederla” è diventata il doppio.

La scorsa estate il direttore mi ha chiesto di mettere una pianta grassa a mio piacimento nella nicchia all’aperto a lato della Polveriera seicentesca; con un po’ di desiderio di vendetta ho piantato proprio Bryophyllum fedtschenkoi. È stata fortunata, un inverno mite ed è sopravvissuta, ha l’aria un po’ abbacchiata, mi sembra di averla messa in cella di rigore. Kalanchoe beharensis, invece, l’ho fatta mettere in vaso perché toccava il soffitto, mi ha ringraziato con un gran ciuffo di fiori! (bruttini, ma non gliel’ho detto).

Quando sono nella nostra piccola serra, primo sto attenta a non pungermi, secondo ne immagino una più grande, con lo spazio necessario ad ogni pianta per farsi rimirare, con i visitatori che si fermano a lungo, indotti a guardare e ad osservare.”

Itala, I.G. insegnante di Scienze in pensione, ha iniziato a sorprendersi dei fiori frequentando le nostre montagne e prosegue tuttora il suo cammino nel mondo della flora. Ha aderito al progetto “Volontari civici del Comune di Bergamo” fin dal suo inizio.

Per info sul progetto “Volontariato civico all’Orto Botanico” , scrivere a volontari@ortobotananicodibergamo.it