La pianta del mese: i frumenti

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IMG_5150Ed eccoli sono i frumenti, che stanno per raggiungere la maturazione nella nostra Valle della Biodiversità, la nostra pianta del mese. Potrete conoscere la storia della sua domesticazione e ammirare le specie antiche che hanno dato origine varietà moderne come il farro monococco, il farro dicocco, il grano duro, il grano tenero. Quindi, fate una passeggiata alla nostra sezione di Astino e, fatevi rapire dalla bellezza delle spighe che danzano alla brezza, dalla loro varietà, dai colori. Quando tornerete a casa, forse, guarderete il pane o la pasta con un occhio diverso!

La loro storia è antichissima ed una delle tre specie che da sola ci fornisce il 50% dell’energia alimentare.
All’origine del nostro pane quotidiano sta la scelta di un nuovo stile di vita: 10-12.000 anni fa popoli raccoglitori-cacciatori diventarono stanziali nella Mezzaluna Fertile, tra Turchia, Libano e Iraq, grazie all’utilizzo di Triticum boeoticum, un’erba spontanea ricca di semi eduli. La selezione di piante con spiga che non si rompe alla maturazione, quindi facile da raccogliere, e di semi più grossi portò alla domesticazione di T. boeoticum, all’origine del farro piccolo (T. monococcum). Nello stesso periodo un processo simile ebbe luogo anche per un’altra specie selvatica, T. dicoccoides, derivante dall’incrocio accidentale tra due graminacee, T. urartu ed Aegilops speltoides: la selezione di spighe intere e con semi grossi portò alla nascita del farro medio (T. dicoccum) e della sua variante a seme nudo, il frumento duro (T. durum).

L’espansione dell’agricoltura alle sponde del mar Caspio permise l’incontro e l’incrocio del farro medio con Aegilops tauschii, originando la spelta (T. spelta) e il frumento tenero (T. aestivum)con cui oggi si fa il pane.  L’incrocio di varietà con caratteristiche diverse e la selezione degli individui più interessanti ha portato negli anni ’20 del XX secolo alla creazione delle prime varietà moderne da parte di Nazareno Strampelli e, negli anni ‘60 -’70 alla “rivoluzione verde”. I nuovi ceppi hanno permesso, insieme ad agrotecniche migliorate, incrementi notevolissimi della produzione: se all’inizio del ‘900 la produzione media nella Pianura Padanaera di 10 quintali/ettaro, oggi è intorno ai 70 quintali/ ettaro. L’aumento della resa, legato principalmentea un maggior contenuto di amido nel seme, ha però modificato il valore nutrizionale delle farine, riducendo il contenuto in proteine e microelementi.