Sezione di Città Alta

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Se vi capita di vedere il fior di loto, il papiro, la drosera carnivora in compagnia della palma del Madagascar, della sanguisorba orobica, della canna da zucchero, dei cactus a candelabro, probabilmente siete nell’Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota“. Che non è la Torre di Babele dei vegetali, ma piuttosto un piccolo feudo del Regno delle Piante dove sono raccolti i rappresentanti delle principali categorie di comodo utilizzate dai botanici per suddividere le oltre 250.000 specie del nostro pianeta.

Nell’Orto Botanico di Bergamo, come indica il suo logo, è forte l’impronta dell’uomo: è con artificio, studio e cure costanti che è infatti possibile la difficile convivenza tra gli oltre 1200 taxa all’interno di una superficie di soli 2.400 metri quadrati, di molto inferiore a quella di un campo di calcio. Ricco di piante, ma non molto esteso, l’Orto botanico di Bergamo, che la rivista “Gardenia” ha definito “quel gioiello nascosto” incastonato nell’anello delle Mura Venete, è stato visitato negli ultimi anni, tra marzo e ottobre, da quasi 20.000 visitatori.

L’Orto Botanico, si può raggiungere solamente a piedi: è d’obbligo lasciare traffico, rumori e ansie alla base della Scaletta di Colle Aperto, in prossimità della polveriera seicentesca. Una volta arrivati, si è ripagati da un bel panorama che spazia sui tetti e sui monumenti di Città Alta e sulle prime propaggini delle Prealpi Bergamasche. L’Orto botanico di Bergamo, per il suo carattere dimostrativo e suggestivo, contribuisce ad avvicinare il pubblico al mondo delle piante e a destare rispetto per la natura. Svolge attività di conservazione delle piante minacciate e porta avanti progetti di reintroduzione in natura di specie a rischio. Tra questi ultimi ha avuto un buon successo quello relativo alla reintroduzione di Osmunda regalis, una felce che il medico e botanico Lorenzo Rota, primo descrittore della flora della Bergamasca, aveva segnalato nel 1853 in Val Calepio e lungo il fiume Adda: la felce, che negli ultimi decenni risultava scomparsa, è stata reintrodotta negli stessi luoghi una dozzina di anni fa.

L’Orto Botanico di Bergamo scambia inoltre con altri Orti botanici semi, frutti e spore raccolti dentro i suoi spazi o in natura. E’ visitato da numerose scolaresche, che giungono al seguito d’insegnanti e di operatori didattici, e da un pubblico generico attirato dalle mostre temporanee.

La visita all’Orto Botanico inizia dalla base della Scaletta di Colle Aperto dove troverete la Scala dell’evoluzione, percorso espositivo che racconta la storia delll’evoluzione delle piante con pannelli tattili adatti anche a non vedenti e ipovedenti.

L’Orto Botanico “Lorenzo Rota” di Bergamo è in Città Alta, su uno spalto all’estremità nord-ovest delle seicentesche mura venete (baluardo di Castagneta). Per raggiungerlo è necessario percorrere una lunga ma comoda scaletta di ben 141 gradini. Una volta arrivati, la tranquillità e la vista sono impagabili.