La pianta del mese: L’agrifoglio

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cartolina agrifoglio

Ilex aquifolium L. – Agrifoglio

Le foglie sono dentate e spinose lungo i margini, tuttavia nei rami alti perdono questa caratteristica a dimostrazione che le “armi di difesa” valgono per i rami più bassi, maggiormente minacciati dagli erbivori. Del resto la sua spinosità è richiamata nel nome latino: se “ilex” rimanda alla somiglianza con le foglie del leccio, “aquifolium” ad “acus” (ago) “acutus” (acuto) e “folium” (foglia), mentre agrifoglio da “acer” (appuntito).

Intorno al 1870 il litografo e stampatore John B. Day di Londra ebbe l’idea di pubblicare una serie di cartoline natalizie ornate con rami d’agrifoglio: erano tra le prime cartoline illustrate. Da allora il ramo di agrifoglio permane nei biglietti e nelle cartoline augurali, come in questa suggestiva cartolina del 1908. I frutti così invitanti sono in realtà tossici per l’uomo ma sono ricercati dagli uccelli come preziosa risorsa energetica nel periodo invernale. Le foglie sono dentate e spinose lungo i margini, tuttavia nei rami alti perdono questa caratteristica a dimostrazione che le “armi di difesa” valgono per i rami più bassi, maggiormente minacciati dagli erbivori. Del resto la sua spinosità è richiamata nel nome latino: se “ilex” rimanda alla somiglianza con le foglie del leccio, “aquifolium” ad “acus” (ago) “acutus” (acuto) e “folium” (foglia), mentre agrifoglio da “acer” (appuntito).

L’agrifoglio, comunemente associato all’immagine delle festività del Natale, in ambito botanico è un “relitto geografico del Terziario”, vale a dire una specie che, molto diffusa in specifici ambiti territoriali in quell’era geologica, si è ridotta drasticamente in seguito alle glaciazioni. Oggi però è un altro tipo di minaccia che la porta ad essere inserita nel novero delle specie protette: la raccolta degli esemplari spontanei per la realizzazione delle decorazioni natalizie. Si assiste così al paradosso che una pianta tanto comune come icona del Natale è diventata rara in natura. Anziché raccoglierlo lo si può fotografare (all’Orto Botanico di Città Alta è presente un bell’esemplare) o apprezzarlo nella sua ricca iconografia.

In comune con il Ruscus aculeatus L., cioè il pungitopo, altra pianta presente nell’Orto Botanico di Bergamo L.Rota sed Città Alta, vi è l’uso, un tempo diffuso tra i contadini, di appenderne dei rametti accanto a spighe  di grano o salumi per evitare che i topi banchettassero indisturbati.